Lettori carissimi, oggi ho il piacere di avere come ospiti sul blog due autrici italiane che hanno appena visto la loro opera d'esordio sbarcare in tutte le edicole del Bel Paese. Sto parlando di Mary & Frances Shepard, che insieme hanno dato vita alla misteriosa e romantica storia "I colori della Nebbia" (qui la mia segnalazione) e che hanno accettato di rispondere alle mie domande invadenti!
Io mi sono procurata subito il loro romanzo e aspetto solamente di avere una serata libera per immergermi nelle misteriose atmosfere di una suggestiva Mantova di inizio '800 e di conoscere i due protagonisti del libro. Ma adesso vi lascio all'intervista, così potrete scoprire tante curiosità sulle autrici e la loro opera!
"Il salotto di Lizzie - Le interviste" è una rubrica in cui sono inserite tutte le interviste degli ospiti del blog a cui ho avuto il piacere di rivolgere le mie domande.
INTERVISTA A MARY & FRANCES SHEPARD
Ciao Mary, ciao Frances, e benvenute su The Secret Door. Grazie per aver accettato di essere mie ospiti. È una vera emozione poter intervistare due giovani autrici italiane di grande talento!
F. Ciao Monia, è un piacere chiacchierare con te. Grazie per averci ospitate sul tuo blog.
M. Grazie a te!
Prima di tutto, raccontateci un po’ di voi. Mary & Frances sono gli eleganti pseudonimi dal sapore austeniano dietro cui si nascondono Mariachiara Cabrini e Francesca Cani. Chi sono in realtà queste due giovani donne? Come vi piace descrivervi?
Mary |
Frances |
M. Sono Mariachiara, sono una lettrice compulsiva e amo scrivere quanto leggere. Lavoro come impiegata, ma ho una seconda identità come blogger che guarda a caso parla di libri.
F. Sono Francesca, sono sportiva, amo viaggiare, sono uno spirito libero. Ogni volta che posso parto alla scoperta di posti non proprio turistici e di paesaggi incontaminati, sono rientrata la settimana scorsa dall’Irlanda. Il mio compagno di viaggio è anche il mio eroe: mio marito Matteo.
Voi siete entrambe autrici, singolarmente, di numerosi titoli allettanti. Cosa vi ha spinto ad intraprendere un percorso di scrittura a quattro mani? È stato difficile scrivere un romanzo insieme ad un’altra persona? E come avete affrontato il processo di scrittura in comune?
M. Credo che per un autore sia molto importante sperimentare e mettersi in gioco, noi l’abbiamo fatto. L’idea è nata così, per caso, visto il nostro comune amore per la scrittura, e poi ci abbiamo preso la mano. In due proseguire spediti nella scrittura è più facile. Hai sempre qualcuno a cui chiedere consiglio e pronto a spronarti. Non è un processo semplice e richiede una giusta preparazione, però. Bisogna organizzarsi accuratamente, una volta decisa la trama creare una sinossi e poi una scaletta accurata dei capitoli completa di punti di vista in modo da dividersi il lavoro. Poi una volta che si inizia a scrivere il confronto deve essere continuo, di solito il risultato è qualcosa che piace a entrambe e questo è già segno che potrà piacere a un pubblico molto ampio, visto che io e Francesca abbiamo gusti molto diversi.
F. Nel mio lavoro dico sempre ai bambini che collaborare arricchisce e che il confronto è costruttivo, perciò ho messo in pratica quello che predico da anni. Siamo amiche dai tempi dell’università, Mary e io, quindi avevamo già sperimentato la solidarietà che nasce fra compagni di corso. Abbiamo letto l’una parte dei lavori dell’altra, prima di decidere di scrivere in tandem, quindi è nata stima, sintonia e poi l’idea di scrivere insieme. Siamo sempre partite da discussioni e brainstorming faccia a faccia, che poi proseguivano con scambi di e-mail chilometriche. Dai problemi iniziali sulla costruzione dei personaggi a quelli fondamentali sulla trama, non abbiamo mai smesso di esprimere i nostri punti di vista. Eravamo entrambe consce del fatto di avere fra le mani una storia vincente forse perciò, nonostante le difficoltà, abbiamo perseverato. Sì, perché all’inizio parlavamo due lingue molto diverse, per stile e gusto personale. Ma ci siamo armonizzate con facilità e siamo ben presto diventate una la spalla creativa dell’altra.
Come è nata l’idea per “I colori della nebbia”? Cosa vi ha ispirato questa storia ricca di mistero e romanticismo? E come mai avete scelto di intraprendere questa prima avventura insieme cimentandovi in un romance storico?
M. Una volta deciso di provare a scrivere un libro assieme abbiamo concordato di cimentarci in un genere che conoscevamo e che avesse un buon pubblico e perciò fosse commerciabile. A entrambe è subito venuto in mente il genere romance. Abbiamo poi deciso che volevamo creare dei personaggi fuori dai soliti canoni romance, con un quid in più, e pensando e ripensando, parlando e confrontandoci è nata la trama. Molto semplicemente.
F. Eravamo già entrambe predisposte a scrivere qualcosa di romantico, avevamo ambedue un po’ d’esperienza nel campo. Siamo laureate in Storia dell’arte, quindi la ricerca d’archivio e bibliografica è stata il nostro pane quotidiano per anni, abbiamo pensato di mettere a frutto i nostri studi, da qui l’ambito storico. E’ stata, a ben vedere, la scelta vincente perché, fin dalle prime letture dell’editor, ci è stato riferito che nel romanzo si respirava proprio l’aria del periodo storico che abbiamo scelto.
Sapreste definire il vostro romanzo solamente con tre aggettivi? Tre per Mary e tre per Frances. Quali e perché?
F. Passionale, colorato, dinamico. Passionale non solo per ciò che evoca subito l’aggettivo, ma anche perché vi sono molte passioni nel romanzo. Inespresse, potenziali, totalizzanti, ma sempre forti e in grado di dare carattere e vita ai personaggi. Colorato perché, se lo leggerete, vi renderete conto che si tratta di un romanzo molto visivo: i colori si vedono, a volte si toccano, sono sempre presenti. Dinamico perché vi è l’azione che spesso manca nei romance classici.
M. Romantico, avvincente e mantovano. Romantico perché è un romance, perciò il romanticismo al suo interno non manca di certo (così come due scene particolarmente passionali). Avvincente poiché si è sempre in tensione, leggendolo, per capire chi sta dietro gli attentati contro Matilde. Mantovano poiché è ambientato a Mantova, la nostra città.
Leggendo la sinossi del libro, si intuisce che in questa storia non c’è solamente l’intreccio amoroso, ma un mix di mistero, avventura, pericolo e passione. Come mai avete scelto di dare un taglio così dinamico e originale al romanzo e di concentrarvi non solo sui sentimenti amorosi dei protagonisti ma anche su vicende così oscure e dal fascino cupo?
F. Sì, I colori della nebbia ha molte sfaccettature create appositamente per allargare gli orizzonti. Ci serviva qualcosa che fosse stimolante da scrivere, rimanere tutto il romanzo a sondare i sentimenti dei due protagonisti ci toglieva molte possibilità, ancorandoci alla tradizione. Volevamo qualcosa, che pur rimanendo nel classico taglio romance, fosse di vedute più ampie. Così è nata la storia che ha sprazzi giallistici, noir, d’avventura e molta azione.
M. Fin da subito volevamo distanziarci dai soliti romance, dare qualcosa in più ai lettori e creare un atmosfera dinamica e ricca di mistero ci è sembrato il modo giusto per farlo. Mantova poi è una città la cui atmosfera si presta molto a intrighi e complotti, nell’ombra della nebbia.
Avete inserito nell’intreccio un periodo storico molto affascinante, e dalla precisione dei dettagli si può dedurre che avete intrapreso un minuzioso lavoro di ricostruzione storica. È stato difficoltoso ricreare un’epoca passata? È stata la prima volta che vi mettevate alla prova in questo campo oppure avevate già esperienze nella stesura di romanzi storici?
M. Grazie ai nostri studi in Storia dell’arte siamo abituate alle ricerche storiche e ci piacciono, per noi girare per biblioteche e archivi è uno spasso.
F. Per me non era la prima volta, perché il mio primo romanzo è uno storico ambientato in un’epoca più recente, ovvero durante la Seconda Guerra Mondiale (Amare- Il profumo del gelsomino notturno, edito da goWare) Anche in molti racconti avevo sondato la possibilità di dedicarmi allo storico (Lite Editions e Chichili Agency). La mia tesi di laurea specialistica, inoltre, verteva proprio su una scuola di pittori mantovani che ebbero la maggiore attività nel periodo 1815/17.
Voi abitate entrambe a Mantova e, dalla trama del vostro libro, è palese il vostro amore per questa bella città. È stata unanime la scelta di ambientare la storia proprio lì? Insomma, quando avete deciso di scrivere questo romance, avevate già la certezza che Mantova avrebbe fatto da sfondo alle vicende? O è una decisione che avete preso in seguito?
M. E' una decisione che è stata presa quasi subito. Bisogna scrivere di ciò che si conosce per risultare credibili, inoltre era la nostra prima esperienza nel genere romance, ambientarla in una città che conoscevamo bene ci rassicurava.
F. E’ stata una decisione unanime che ha subito solleticato la fantasia di entrambe. Sembra strano ma ancora oggi, dopo anni di lavoro fra stesura ed editing, quando cammino per i vicoli di Mantova penso: “qui è passato William” oppure “là abitava Matilde”. Insomma girare per la città è diventato come passeggiare per un set!
M. Credo sia importante dire che questa storia ha due protagonisti Matilde e William, non uno. Entrambi hanno uno spazio uguale nel romanzo ed entrambi sono i cardini della storia. Io ho seguito più Matilde e Francesca più William, ma in realtà poi, confronto dopo confronto, possiamo dire che sono entrambi di entrambe. Amiamo molto anche i personaggi secondari del romanzo. In particolare io sono molto affezionata la personaggio della nonna di Matilde, per cui mi sono un poco ispirata a mia nonna, e al cane di Altea, Amadeus.
F. Più che della protagonista in me c’è qualcosa di William, c’è molta della sua irrequietezza del suo essere un personaggio fisico, che agisce e si sporca le mani. Lui si sfinisce con gli allenamenti militari, io sono attiva e sportiva, ci somigliamo. C’è qualcosa di mio anche nella sbadataggine di Eusebio, lo zio di Matilde, e nel carattere ironico di Edmund, l’amico e compagno d’armi di William. Mi sono dedicata di più ai personaggi maschili nella stesura del romanzo, si nota?
Tra le due chi è la più romantica? Sono curiosa di sapere chi ha dato l’impronta più sentimentale alla storia e chi, invece, quella più misteriosa. Chi ha conferito il tono del romance e chi quello del mistero? C’è stato questo dislivello emotivo durante la stesura oppure è stato tutto molto equilibrato?
M. Siamo entrambe romantiche, e amanti dei lieti fine. Senza alcun dubbio. Ma tra noi due forse sono io a essere un poco più guastafeste, nel senso che tendo a essere anche molto disillusa e terra terra. Perciò spesso mi veniva naturale smorzare i toni più romance dei romance.... Per fortuna Francesca, in piena fase Luna di miele, ha riequilibrato il tono. Lei è molto brava nelle scene d'azione, le ama particolarmente, io amo più le scene ironiche e familiari. Per quanto riguarda il mistero, bé, lì ci siamo arrovellate entrambe, perché far combaciare tutti gli elementi di un giallo è più complicato di quanto sembra. Da fan di CSI ho amato però cimentarmi nella costruzione di una piccola indagine, per quanto difficile.
Elinor e Marianne Dashwood |
F. Siamo entrambe romantiche ma abbiamo due vene di romanticismo differenti. Io sono più drammatica, per me il romanticismo vero è il connubio fra amore e morte, l’inscindibile alternarsi di passione e destino fatale. Sono un po’ una Marianne Dashwood moderna. Mary è più concreta e più orientata al romanticismo che va di moda ai tempi nostri, lei è la mia Elinor, mi trascina con i piedi per terra e dà sempre saggi consigli. Altre due sorelle Marianne e Elinor Dashwood, sarà un caso?
Quali emozioni vi piacerebbe suscitare nelle lettrici che leggeranno “I colori della nebbia”?
F. Mi piacerebbe che i lettori sognassero, che vivessero respirando l’aria dolce dell’autunno mantovano e trepidassero per il destino di due coraggiosi amanti. Il massimo per uno scrittore è sapere che le proprie parole suscitano emozioni vere, perciò mi auguro che ridano, piangano, si arrabbino e preghino insieme ai nostri personaggi. Per fortuna i primi feedback sul romanzo ci dicono che i lettori stanno davvero vivendo la nostra storia con entusiasmo, ciò ci riempie d’orgoglio.
M. Vorrei si identificassero con i nostri personaggi. Ridessero e si emozionassero con loro.
Il vostro romanzo è stato pubblicato dalla Harlequin Mondadori, una casa editrice nota e molto apprezzata. Un esordio in grande stile. Come è stato raggiungere un simile traguardo? E quanta soddisfazione c’è nel veder pubblicato il frutto del vostro lavoro da un editore che può permettervi di raggiungere una fetta di lettrici molto ampia e di emergere nel panorama letterario italiano? Tra emozione e paura, qual è il sentimento che prevale?
F. E’ stata una grande avventura avere a disposizione una redazione di persone eccezionali ed eccellenti, ma la vera sfida per noi è iniziata con l’editing. Perciò, accantonata la gioia infantile dell’essere state scelte fra tante, abbiamo dovuto lavorare molto. E’ stato un percorso formativo ed entusiasmante, esasperante a tratti, quando impiegavamo settimane a revisionare un capitolo. Ma sempre un lavoro arricchente. Sì, Harlequin e la collana dei GRS sono una garanzia già di per sé, è scontato che con marchi così prestigiosi si raggiunga un pubblico vasto, ma non è scontato incontrare il favore delle lettrici. Perciò l’emozione che prevale è…
M. Ansia? Vorremmo il romanzo piacesse.
F. Sì, c’è parecchia trepidazione da parte nostra, ma ci sono già buone conferme! Quindi è una grande emozione e un grandissimo onore arrivare con il nostro romanzo nelle vostre librerie!
Come è nato il vostro amore per la scrittura?
M. Non lo so con sicurezza, ma credo con la lettura. Fin da piccolissima ancora prima di saper leggere adoravo i libri e torturavo i miei affinché me li leggessero e rileggessero, non ne potevano più. Ho sempre avuto una gran fantasia e perciò mi rivedevo in quelle persone che raccontavano storie straordinarie.
F. Credo che la scintilla sia scoccata quando ero una ragazzina allampanata con la testa confusa da un milione di emozioni potentissime. Ho sempre avuto un rapporto particolare con i colori del mondo, con i rumori e con le cose semplici, sono una che, come un gatto, gioca con il vento, per intenderci. Da adolescente ho iniziato a scribacchiare su un quadernino le mie poesie, in cui a suon di metafore descrivevo il mondo, da allora non ho più smesso di scrivere.
Preferite scrivere da sole oppure collaborare tra voi?
M. Mi piacciono entrambe le cose e si possono fare entrambe senza problemi, perciò perché scegliere. Sono modi di esprimersi diversi, così come i generi letterari sono diversi tra loro.
F. Amo scrivere, amo raccontare sempre e comunque in ogni forma con ogni compagnia. Ho adorato l’esperienza fatta con Mary, continuerò a collaborare con lei.
Tutti gli scrittori sono prima di tutto lettori e suppongo che per voi non faccia differenza. Quali letture preferite? Avete un genere di riferimento senza il quale non potreste davvero vivere? Il libro del cuore?
F. Ti posso elencare i libri che ho riletto, perché sono una di quelle lettrici fedeli alle emozioni provate e se un romanzo mi ha presa significa che prima o poi vorrò tornare a rivivere la sua atmosfera. Fra i più riletti ci sono: Ragione e sentimento, Le pagine della nostra vita, Il cavaliere d’inverno, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Ritorno a Cold Mountain.
M. Leggo di tutto, adoro l’urban fantasy e i libri con vampiri, amo lo steampunk, il giallo storico, il romance, il romanzo storico e il fantasy, inoltre mi affascina molto anche il genere sci-fi. L’unica cosa che proprio non sopporto sono gli zombie ho provato più volte a leggere libri con loro dentro, e ci sono riuscita ma proprio non mi piacciono. Ho molti libri preferiti: Persuasione di Jane Austen, Padiglioni lontani di M. M. Kaye e L’onore dei Vor di Lois Mac Master Bujold.
Quali scrittori o scrittrici hanno influenzato il vostro modo di scrivere? E nella vostra vita c’è stato un romanzo che vi ha fatto pensare:"voglio scrivere anch’io"?
M. Tutto ciò che leggiamo ci influenza e io leggo di tutto, ma la mia aspirazione sarebbe scrivere come Mary Balogh o Lois MacMaster Bujild che per me è un vero mito. Inoltre ammiro molto l'epicità di cui è capace Jacqueline Carey. Il fantasy è un genere che mi affascina e che ritengo tra i più difficili, perciò gli autori che riescono a emergere all'interno di quel genere per me sono tutti da ammirare.
F. Per quanto riguarda il nostro genere, le scrittrici che apprezzo di più sono Mary Balogh, Brenda Joyce e Michelle Willingham. Ma mi auguro di non essermi ispirata allo stile di nessuna delle tre, credo sia essenziale che un autore trovi una via propria.
Preferite creare storie appartenenti a quale genere? Ne avete uno preciso oppure vi piace sperimentare?
M. Io adoro sperimentare, infatti fino ad oggi ho scritto tre libri e tutti di generi diversi, un chick-lit contemporaneo, un fantasy e un saggio ironico. Inoltre mi piace scrivere storie fuori dal comune, anche troppo a volte.
F. Sono più fedele al genere storico sentimentale, ma amo le contaminazioni e le tinte forti, perciò non vi dovrete stupire se troverete in giro un noir erotico firmato Francesca Cani, ho scritto anche quello!
Di solito ogni autore ha i suoi vizi di scrittura. Voi ne avete qualcuno? Ascoltate musica durante il processo di creazione o preferite il silenzio?
M. Qui ci sarebbe parecchio da dire. Specie riguardo i vizi. Leggendo molto in lingua inglese ho preso il brutto vizio di esagerare coi pronomi e gli aggettivi possessivi. Generalmente mi piace ascoltare musica mentre scrivo, ma non sempre, dipende. Spesso ci si deve concentrare più che lasciarsi semplicemente trasportare.
Wolfgang Amadeus Mozart |
F. Sono pignola, questo è il mio vizio da scrittrice. Sono la più tenace, incontentabile critica di me stessa e a volte di Mary. Scusa, Mary, ma è per il bene dei nostri libri! Non amo le distrazioni quando scrivo, quindi nel 90% dei casi prediligo il silenzio. E’ capitato, scrivendo I colori della nebbia, di avere bisogno di entrare più in profondità nella storia e di dover sentire l’atmosfera anche attraverso la musica. Per lo più ho ascoltato Mozart, credo che la sua musica stimoli la creatività.
Siete autrici giovani e di talento che hanno già pubblicato varie opere e che possono vantare una collaborazione editoriale veramente prestigiosa. Progetti futuri? Avete in cantiere qualche storia da scrivere a quattro mani o singolarmente?
M. Molti progetti futuri e in corso, tra cui un succoso seguito di I colori della nebbia.
F. Uscirà a dicembre il mio racconto erotico “Il suo gioco”, edito da Delos Book nella collana Senza Sfumatura, a cura di Franco Forte. Progetti in corso d’opera ce ne sono parecchi, naturalmente, quello più stimolante è il seguito de I colori della nebbia!
Carissime Mary & Frances, vi faccio i miei migliori auguri per i vostri futuri lavori, sperando che i lettori accolgano favorevolmente tutte le vostre storie. Vi ringrazio immensamente per esservi prestate al mio interrogatorio e spero che ci offrirete ben presto un altro romanzo interessante come “I colori della nebbia”. Volete salutare i lettori e le lettrici indicando gli ingredienti principali che potranno trovare nel vostro romanzo?
M. Nel nostro romanzo potrete trovare un mistero avvincente e uno spettacolare quadro storico di un'epoca affascinante.
F. Troverete, spero, parte di voi stessi. Tutti noi siamo stati spaventati o delusi, incompresi o desiderosi di cambiamento, i caratteri che hanno reso umani i nostri personaggi sono condivisibili. Quindi, oltre all’avventura e alla forza dell’amore, vi rispecchierete nei drammi e nelle gioie di William e Matilde.
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Come sempre, ringrazio tutti coloro che si sono fermati a leggere il post e spero che vi abbia fatto piacere scoprire qualche curiosità in più su queste giovani autrici italiane. Ringrazio ancora Mary & Frances per aver risposto alle mie domande.
Un saluto affettuoso a tutti! :-)
Davvero una bella intervista! :3
RispondiEliminaI colori della nebbia lo leggerò al più presto! Mi ispira sempre di più! :D
Grazie Jaqueline ^-^ io vado matta per queste storie quindi non potevo lasciarmi scappare questo romanzo!
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