Eccomi nuovamente qui con "On The Night Table", rubrica ideata da me in cui parlerò dei libri che sono al momento sul mio comodino e accompagnano le mie serate di lettura. Viene inserita nel blog ogni venerdì.
Il romanzo che vi suggerisco oggi è famosissimo, soprattutto per via del film di Robert Redford che ha reso questa storia universale. Forse avete già capito di cosa sto parlando ...
"L'uomo che sussurrava ai cavalli" di Nicholas Evans
Questo libro si trova su uno degli scaffali della mia libreria da quando ero bambina. Un pomeriggio, girovagando nel reparto libri di un centro commerciale, l'ho avvistato tra decine di altri titoli e me ne sono innamorata. Così, ho iniziato a lagnarmi per averlo finché mia madre, stanca del mio lamento continuo, me l'ha comprato. Detto questo, io sono la prima a pormi la domanda più ovvia: perché lo stai leggendo adesso? Non potevi farlo in tutti questi anni? Nemmeno io so spiegarmi il motivo, ma è andata così. Alla fine, nonostante il colpo di fulmine per questo libro, non l'ho mai preso in mano per leggerlo. L'ho sfogliato, questo sì. Ogni tanto lo tenevo in mano, lo giravo e rigiravo sfogliandolo, ma poi lo rimettevo al suo posto. Finalmente, qualche mese fa, mi sono decisa ad aprirlo e leggerlo. Tuttavia, in alcuni periodi dell'anno, mi accade spesso di iniziare tanti libri insieme e poi di leggerli lentamente, impiegandoci anche un anno per finirli. Questo non perché non mi interessino o non mi piacciano, ma semplicemente perché nel frattempo mi capitano altri libri e accantono quelli iniziati precedentemente per leggere le novità. Ovviamente, li finisco tutti, non sono un tipo a cui piace lasciare libri a metà (eccetto in qualche caso), però voglio esercitare il diritto di leggere nel tempo che più mi aggrada. Lo so, non si fa, ma in alcuni periodi non riesco a seguire le regole che mi auto-impongo.
"L' uomo che sussurrava ai cavalli" è proprio uno di quei libri iniziati e lasciati a riposare sul mio comodino (letteralmente) per molto tempo. Leggo qualche capitolo ogni tanto, dipende anche dall'umore in cui sguazzo quel giorno. Non è una lettura allegra e, quindi, preferisco bere la medicina a piccole dosi! La narrazione e lo stile di Nicholas Evans, in ogni caso, mi piacciono; le pagine scorrono fluide e coinvolgono il lettore, l'ambientazione mi affascina e l'equitazione mi trasmette una profonda pace. I cavalli sono così dolci! La cosa che più aveva contribuito al mio innamoramento da bambina era proprio la copertina dell'edizione in mio possesso: la figura di un cavallo che si staglia in ombra sul rosso-arancio del tramonto. Non so ... per me è bellissima, esprime libertà, tranquillità e amore per la natura, e mi fa venire le lacrime agli occhi per l'emozione! E' un tramonto troppo bello per essere ignorato!
In una mattina d'inverno Grace, unica figlia di Annie, una giovane donna in carriera, e di Robert, un avvocato, viene travolta da un camion mentre è in sella al suo cavallo. La ragazzina, in seguito alla caduta, deve subire l'amputazione della gamba, ma anche Pilgrim, l'amato cavallo di Grace, è gravemente ferito e dovrebbe essere abbattuto. Tornati a casa, sia Grace che Pilgrim manifestano i sintomi di un grave trauma psicologico: Grace ha perso completamente la gioia di vivere, Pilgrim sembra in preda a una oscura follia e nessuno lo può avvicinare. Consapevole del legame che unisce sua figlia all'animale, sicura che guarirà solo se guarirà Pilgrim, Annie ricorre all'aiuto di un cowboy che ha il "dono" di saper ammansire i cavalli selvaggi.
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