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Un indimenticabile Natale d'amore (Christmas Express #27)

RECENSIONE "UN INDIMENTICABILE NATALE D'AMORE" DI MILLY JOHNSON

Salve amici ^-^ oggi torna il consueto appuntamento con il Christmas Express. Ho da pochi giorni finito di leggere Un indimenticabile Natale d'amore di Milly Johnson e adesso sono riuscita a raccogliere i pensieri e a scrivere la recensione. È un romanzo dalle sfumature rosa carino e invernale, anche se con dei difettucci, e mi ha tenuto piacevolmente compagnia per qualche sera. A più tardi con la canzoncina!
Buon ventisettesimo appuntamento con il Christmas Express!

Titolo: Un indimenticabile Natale d'amore
Titolo originale: A Winter Flame
Autore: Milly Johnson
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
ISBN: 9788854157781
Prezzo: € 9.90 (cartaceo) - € 4.99 (ebook)
Pagine: 317 p.
Genere: Romanzo
Sottogenere: Rosa
Anno di pubblicazione: 2013

Trama
Natale è il periodo dell'anno in cui bisogna essere felici... ma Eve non ha mai amato le feste. Tutti i suoi sogni, i suoi desideri e le sue illusioni sono sempre stati disattesi. Eppure, quest'anno il destino sembra avere in serbo per lei qualcosa di davvero speciale. Sotto l'albero, Eve trova, infatti, l'unica cosa che non si sarebbe mai aspettata di ricevere: una vecchia zia le ha lasciato in eredità un parco di divertimenti dedicato al Natale. Ma le disposizioni testamentarie sono molto chiare: Eve dovrà dirigerlo con l'aiuto di un affascinante e misterioso socio d'affari, un uomo che risponde al nome di Jacques Glace. Ma chi è questo Jacques e com'è che la zia Evelyn l'ha incluso nelle sue ultime volontà? E perché Eve è costretta a dividere con lui la bizzarra eredità? Nonostante i tanti dubbi, la ragazza non rinuncia a questa nuova sfida: Winterworld sarà un grande successo. Riuscirà Jacques a farle amare di nuovo il Natale e a sciogliere il ghiaccio che tiene prigioniero il suo cuore?


Il mio voto

La mia recensione

Ho letto questo libro ispirata dalla graziosa copertina, dall’allegro titolo e, lo ammetto, dal fatto che è ambientato nel periodo di Natale. Avevo voglia di una bella lettura a tema natalizio che fosse leggera e condita da un pizzico di romanticismo e la mia scelta è ricaduta su questo romanzo: “Un indimenticabile Natale d’amore” di Milly Johnson. Mi è piaciuto abbastanza, più di quanto mi aspettassi, ma al contempo non mi ha convinta del tutto. Ho apprezzato l’ambientazione e l’idea di base di un parco a tema natalizio, che per una come me che ama il Natale alla follia è decisamente invitante, non mi è dispiaciuta la protagonista della storia e sono riuscita a comprendere il suo modo di essere (cosa molto buona perché spesso le protagoniste ed io non andiamo tanto d’accordo) e ho amato la parte legata ai suoi ricordi riguardanti il suo fidanzato, e in più ho gradito lo stile dell’autrice che è fresco e immediato e mi ha permesso di leggere il libro in poco tempo, anzi mi ha proprio tenuto incollata alla sua storia senza difficoltà. Tuttavia, ci sono molti aspetti che non mi hanno convinto e che, secondo me, hanno lievemente penalizzato il romanzo, che comunque in generale rimane una piacevole lettura, spensierata ma neanche troppo. 
Eve è una donna indipendente e testarda, una gran lavoratrice che con l’impegno e le sue sole forze ha messo su un’attività per l’organizzazione di eventi; nel suo lavoro è brava, la migliore, e la sua carriera va a gonfie vele. Ciò che, invece, lascia a desiderare della sua esistenza, è la sua vita privata. Da qualche anno, ormai, Eve si è rinchiusa in sé stessa, allontanando coloro che le vogliono bene e mettendo un muro invisibile e invalicabile tra lei e il resto del mondo. Quando, però, la vecchia e un po’ pazza zia Evelyn muore e le lascia in eredità la gestione di un parco a tema di cui nessuno era a conoscenza, le cose cambiano perché Eve è costretta a varcare quel muro. Tutto potrebbe andare bene e lei potrebbe guadagnare un sacco di soldi portando avanti il progetto, ma ci sono due cose che rendono questo regalo inaspettato un vero incubo: prima di tutto, Winterworld (questo il nome del parco) è totalmente ispirato alla stagione natalizia e Eve odia il Natale per tanti motivi, secondo ma non meno importante, l’eredità deve dividerla con uno sconosciuto che la zia ha designato suo coerede, Jacques Glace. Riuscirà Eve a superare le difficoltà che l’attendono, a sopportare il rumoroso collega, e ad aprire nuovamente il suo cuore al mondo e al Natale? 
La trama di questo libro è veramente carina, alcuni particolari scaldano davvero il cuore, e mi ha fatto passare ore piacevoli in compagnia di una realtà natalizia che mi sarebbe piaciuto tantissimo vedere davvero con i miei occhi. Winterworld è un’ambientazione favolosa ed è immersa totalmente nella pura magia del Natale più autentico. Elfi, slitte, renne, pony della neve, gelato dai gusti più strambi con nomi inerenti alla stagione, neve e ghiaccio, trenini, pupazzi di neve, palle natalizie, Babbo Natale e così via. Un’atmosfera meravigliosa che mi sono gustata appieno e che ha reso il libro molto particolare, diverso dalle solite commedie romantiche. L’idea di questo parco è deliziosa e per tutto il tempo sono rimasta incantata dalla costruzione delle varie zone: la giostra dei cavalli, la grotta di Babbo Natale, il recinto delle renne, il capanno degli elfi…un vero inno a questa festa. 
Un altro punto a favore va al modo di scrivere dell’autrice che è leggero e informale, divertente e sarcastico, adatto ad una narrazione che focalizza l’attenzione sulla quotidianità, e che nei momenti più seri e tristi diventa anche molto commovente. Ciononostante, c’è stata una cosa che mi ha fatto proprio arrabbiare: il modo in cui vengono denominati cani, gatti, renne, cavalli, pony e tutti gli altri animali. Forse farà parte del percorso di crescita del personaggio di Eve, che all’inizio è un po’ uno Scrooge donna, perché in fondo questi appellativi poco carini escono solo dalla sua mente e più avanti questo modo irrispettoso di pensare agli animali scema, ma mi ha veramente infastidito. Termini come “bestiaccia” in senso più che dispregiativo non li tollero proprio. Spesso, inoltre, non mi sono piaciuti i dialoghi perché li ho trovati troppo banali e scontati, a volte forzati e superflui, e le battute che si scambiano i personaggi secondari risultano inconsistenti. Già che ci sono, quindi, posso sottolineare che anche i personaggi non mi hanno conquistata: a parte Eve, che è la protagonista e viene ben caratterizzata in ogni contesto della sua vita, che mi è piaciuta e a cui mi sono affezionata, gli altri, pur avendo delle caratteristiche di fondo a distinguerli, rimangono abbastanza trasparenti; alcuni hanno più spazio e definizione di altri, ma in ogni caso non riescono a bucare le pagine, tranne la nonna cattiva di Eve che mi è rimasta impressa. Anche Jacques, che visto il suo ruolo decisivo, dovrebbe essere un personaggio sfaccettato e portante, mi ha lasciata indifferente e anche se ho finito il libro non riesco ancora ad inquadrarlo
Rimanendo su questo terreno, c’è un altro aspetto del romanzo che mi è sembrato costretto: il romanticismo. La situazione di Eve è molto triste perché è sola ma per un motivo ben preciso: ha perso il suo fidanzato cinque anni prima ed essendo ancora innamorata di lui e desiderando solo la sua presenza, non se la sente di uscire allo scoperto e ricominciare a vivere pienamente. Nell’arco dei capitoli del libro, però, Eve inizia a farsi forza e a ritrovare un po’ di quella voglia di vivere che aveva perduto con la scomparsa di Jonathan: è un processo lento, costellato di ripensamenti e lacrime, un risveglio da un letargo doloroso e che non finirà mai del tutto, e ci vuole l’intero libro perché questo avvenga. È un tema importante e complesso, che occupa da solo gran parte della parte emotiva del racconto, quindi non vedo il motivo di dover inserire per forza una storia d’amore. Non ce n’era alcun bisogno, il libro sarebbe stato più che completo senza di essa e avrei apprezzato maggiormente che il rapporto con Jacques si fermasse alla semplice amicizia, anche perché il sentimento tra i due è sviluppato male e tutto nelle ultime pagine. Magari si poteva inserire un accenno ad un futuro amoroso, quando il legame si sarebbe evoluto, un preludio a una storia d’amore, poteva venir fuori anche un sequel, ma imbucare qualche attimo romance in questo volume ha solo guastato la linea narrativa del libro. 
Inoltre, ho trovato assurdo presentare una sfilza di personaggi i cui compagni erano soldati morti sul campo, proprio come è successo al fidanzato di Eve e alla fidanzata di Jacques…insomma, tutti loro li conoscono? 
Sono rimasta molto colpita in senso positivo, invece, dalla capacità di Milly Johnson di mostrare con tatto e sensibilità il dolore inespresso di Eve. Mi ha fatto commuovere più di qualche volta e ho trovato veramente bellissima la storia della candela, simbolo dell’amore, la cui fiamma non si spegna mai (da qui, presumo, il titolo metaforico originale “A Winter Flame”). Belli e infinitamente tristi i momenti in cui Eve ripensa a Jonathan, in cui esterna la sua mancanza e la sofferenza e la solitudine che prova da quando è scomparso
Un indimenticabile Natale d’amore” è una gradevole commedia rosa, incantevole per via dell’ambientazione, leggera per via della prosa spiritosa, e anche toccante in alcune parti per via dei temi dolorosi che vengono affrontati. Consigliato a chi vuole una lettura natalizia a metà tra il sorriso e le lacrime! 

                                                                                                                                                  Monia Iori

5 commenti:

  1. Sembra uno di quei film natalizi, tanto carini ma non esattamente capolavori, però in formato libro *-*

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  2. Ce l'ho nel kindle e penso proprio di iniziarlo stasera! ^^

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  3. Ooooh! Monia mi hai fatto venire super voglia di leggerlo!
    L'idea del parco è meravigliosa! *___*

    Comunque.. Mi perdo nelle tue parole :3 Bravissima!!!!!

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  4. Sembra un libro tranquillo per trascorrere le feste ^^ Bella recensione, lo hai analizzato sotto tutti i punti di vista e sono d'accordissimo con te quel "bestiaccia" se lo poteva proprio risparmiare come mai i termini spregiativi sono sempre riferiti agli animali e con le persone siamo tanto politically correct? Spesso un bestiaccia sarebbe tanto adatto ai due zampe ...

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